Si sta prospettando un nuovo scenario con grandi novità nel mondo delle auto aziendali. Le spese di detraibilità auto aziendale, attualmente fissate al 40%, potrebbero salire al 100% se l'Italia non chiedesse la proroga.
L' ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio, Sharing e Automotive digital) fa un appello al Governo sulla detrazione del 100% dell'Iva per le auto aziendali.
In Italia l'IVA detraibile per le auto aziendali, che non vengono utilizzate esclusivamente per l'esercizio delle attività di impresa, è fissata al 40%. Non tutti sanno che questo limite è la conseguenza di una deroga concessa al nostro Paese dall'Unione Europea, in quanto la normativa comunitaria prevede la detraibilità del 100%.
L'attuale deroga concessa all'Italia scade il 31 dicembre 2022 e l'Italia ha tempo solo fino al 1° di aprile per chiedere un ulteriore proroga rispetto a quanto previsto dalla Corte di Strasburgo nel 2006, che vede la condanna dell'Italia ad applicare la detraibilità al 100% delle auto aziendali come previsto dalla normativa europea.
Le associazioni di categoria del settore si muovono, perché una "detraibilità auto aziendale" al 100% può dare una spinta importante al mercato, anche nell'ottica di un supporto alla transazione ecologica del parco veicoli circolante.
Ricapitolando: il 1° di aprile 2022 scade il termine ultimo entro cui l'Italia può richiedere all'Unione Europea una nuova proroga triennale per il regime di detraibilità al 40% su acquisti e noleggi di auto aziendali.
Dopo la pronuncia della Corte di Strasburgo del 2006, che vede la condanna dell'Italia ad applicare la detraibilità al 100% sull'Iva delle auto aziendali come da normativa europea, l'Italia ha mantenuto il limite del 40% grazie a continue deroghe triennali concesse dalle stessa EU.
La prossima deroga scade il 31 dicembre 2022 e il nostro Governo ha meno di un mese di tempo per chiedere una nuova proroga; arriveremmo in pratica alla quinta negli ultimi 15 anni.
In vista della scadenza dei termini di richiesta di aprile, l'ANIASA, che rappresenta in Confindustria il settore dei servizi di mobilità, lancia un appello al Governo Draghi chiedendo di rinunciare ad un ennesima proroga, affinché l'Italia possa adeguare l'Iva per le auto aziendali e diventi detraibile al 100%.
Una nuova deroga andrebbe a penalizzare la mobilità delle aziende italiane rispetto ai competitor europei che beneficiano di minori costi, e frenerebbe la spinta del noleggio veicoli verso l’annunciata transizione ecologica del nostro parco circolante.
Comunicato di ANIASA
Il prossimo aprile quindi segnerà un momento storico per la mobilità e le imprese italiane, dopo 15 anni di continue deroghe? In molti si chiedono come sarà la propria detraibilità auto aziendale?
Emendamenti presentati al DDL sulla riforma fiscale fanno ben sperare; anche l'ordine del giorno in occasione dell'ultima Legge di bilancio, nonché varie mozione presentate nei giorni scorsi alla Camera, fanno ben sperare che la strada sia quella giusta.
"In pieno processo di transizione energetica ed ecologica del nostro parco circolante e con l’attuale crisi del mercato automotive", evidenzia Alberto Viano – Presidente di ANIASA, “si scelga di penalizzare nuovamente uno strumento strategico per questa svolta, in grado già oggi di accelerare il rinnovo del nostro vetusto parco circolante. Le sole società di noleggio nel 2021 hanno immatricolato il 30% delle vetture elettriche e il 49% delle ibride plug-in del nostro Paese”.
“Un regime fiscale più corretto e allineato agli altri Paesi UE - conclude Viano -, fornirebbe una spinta significativa alla diffusione e al rinnovo delle flotte aziendali, con benefici effetti per le imprese (minori costi), l’ambiente (riduzione dell’età media dei veicoli in circolazione e delle relative emissioni) e le stesse Casse dell’Erario.
Oltre ai maggiori introiti legati alla crescita delle immatricolazioni, va infatti ricordato come il settore svolga un ruolo di promotore sia di correttezza fiscale che di contrasto all’evasione: ogni fase operativa è tracciata sotto il profilo amministrativo e contabile. Un ulteriore rinvio costituirebbe la conferma di un orientamento purtroppo dannoso per le aziende italiane”.